La mia SEO Checklist

La SEO checklist che utilizzo sui miei lavori e quelli dei miei clienti. Un elenco di controlli da effettuare, strumenti da utilizzare, accorgimenti e migliorie da implementare su una singola pagina o un intero sito internet, ai fini di ottimizzare l’indicizzazione sui motori di ricerca.

Questa SEO checklist è per tutti!

Se sei un utente base troverai alcuni punti abbastanza complessi da implementare autonomamente, ma non preoccuparti la maggior parte dei consigli e degli strumenti sono facili da implementare e usare.

Se, invece, sei un esperto SEO, molto probabilmente conosci gran parte dei tool e dei suggerimenti presenti in questo articolo, ma ti consiglio di leggerlo comunque sia per rispolverare qualche vecchia procedura che per scoprire qualcosa di nuovo. Inoltre, potresti prendere spunto dalla mia checklist per creartene una tutta tua, d’altronde sei un esperto. 😉

SEO Checklist

1. Misurazione

Per poter ottimizzare qualsiasi cosa, da una singola pagina all’intero sito internet o da una pubblicità a l’intera strategia di marketing, dobbiamo saper misurare e tracciare tutte le interazioni degli utenti per poi prendere le giuste decisioni.

Google Analytics

Attraverso Google Analytics, per esempio, possiamo conoscere, di una specifica pagina del nostro sito o a livello globale, una serie di dati fondamentali per l’ottimizzazione SEO come ad esempio: il tasso di rimbalzo (abbandono dell’utente senza nessuna interazione); il tempo di permanenza medio; il volume del traffico organico; e tanto altro.

Google Search Console

Con questo potentissimo strumento gratuito accedi a ulteriori dati statistici sull’indicizzazione e la salute del tuo sito, utilissimi per l’ottimizzazione SEO, come ad esempio: errori di scansione da parte di Google; principali query (frasi di ricerca) con cui una tua pagina è apparsa nei risultati di ricerca; siti in cui è presente almeno un link verso di te; velocità di caricamento del sito; frequenza di scansione; etc. Link di: Google Search Console

Sumo Heat Maps e Content Analytics

I plug-in e gli strumenti progettati da questa fantastica start-up americana sono eccezionali! Attraverso Heat Maps potrai analizzare le zone delle pagine del tuo sito più cliccate dagli utenti e migliorare la loro esperienza, con enormi benefici anche lato SEO. Si, perché Google, ma anche altri motori di ricerca, valutano anche questo genere di dato, l’esperienza dell’utente con le pagine del tuo sito. Con la Content Analysis, invece, potrai monitorare l’efficacia delle tue singole pagine scoprendone la profondità di navigazione (scroll) da parte degli utenti. Questo ti permetterà di migliorare le tue pagine sia dal punto di vista grafico, ma anche testuale, per far sì che gli utenti arrivino fino alla fine e migliorandone l’esperienza. Se vuoi scoprire di più su questo plug-in, ti consiglio di leggere il mio articolo: SumoMe: tra i migliori plugin per la crescita del tuo sito ed ecommerce

Facebook Pixel

Ti starai chiedendo che c’entra Facebook con la Seo, giusto? Ebbene, grazie al pixel di Facebook puoi accedere a ulteriori dati sui tuoi visitatori attraverso lo strumento Facebook Analytics, come ad esempio: interessi, dati demografici, pagine seguite, hobby e abitudini, localizzazione geografica, orari, tipologia di dispositivo utilizzato, etc. Queste informazioni le puoi utilizzare per scovare le tue Personas (utenti potenziali clienti) e migliorare i tuoi contenuti adattandoli al segmento di pubblico più performante. Ricordati che l’obiettivo principale dell’attività SEO non è quello di migliorare il posizionamento del sito nei risultati di ricerca per qualsiasi parola chiave, ma solo per specifiche query utilizzate dai tuoi potenziali clienti, perché sono loro quelli che portano valore alla tua attività, il resto crea solo traffico. Scopri alcune funzionalità avanzate del pixel di Facebook, leggi il mio articolo: Inserzioni Dinamiche e Catalogo Prodotti su Facebook

2. Analisi

Mentre nella sezione misurazione valutiamo i dati interni, ora ci spostiamo all’esterno del nostro sito internet per analizzare cosa e come cercano i nostri utenti, come sono posizionati i nostri competitor e, soprattutto, per individuare gli intenti dei nostri potenziali clienti ed elaborare una strategia SEM (search engine marketing) che li riesca ad intercettare.

SemRush, SeoZoom, SpyFu e SimilarWeb


Attraverso questi strumenti online (tutti con una versione gratuita limitata) possiamo analizzare i siti dei nostri concorrenti e scovare le query che gli portano maggiore traffico e quelle con cui sono posizionati meglio. Naturalmente tutti gli strumenti possono essere utilizzati per monitorare anche se stessi 😉 Link di: SemRush, SeoZoom (italiano), SpyFu e SimilarWeb

AdWords Keyword Planner di Google

Attraverso questo strumento gratuito, messo a disposizione da Google, è possibile effettuare un’analisi dei volumi di ricerca di qualsiasi query o singola parola chiave. Inoltre ti offre anche un elenco di ulteriori parole chiavi, correlate a quella con cui hai effettuato la tua analisi, da utilizzare come ispirazione per la tua strategia di content marketing. In pratica un MUST per chi lavora con la SEO. Link di: AdWords Keyword Planner (è necessario avere un account di Google AdWords)

Keywordtool.io, Kwfinder e HyperSuggest

Sono tutti ottimi strumenti per effettuare ricerca di nuove parole chiave partendo da una inserita da te. I primi due prevedono una versione free con limitazioni, l’ultimo invece è completamente gratuito, ma non così accurato e preciso. Secondo me, il migliore è il secondo, Kwfinder, perché oltre a darti suggerimenti per nuove parole chiave, offre una serie di ulteriori dati molto interessanti tra cui l’indice di difficoltà SEO. Una volta provato, non se ne riesce più a fare a meno. 🙂 Link di: Keywordtool.io, Kwfinder

Scopri tutte le funzionalità di HyperSuggest, leggi il mio articolo: Un Tool per cercare Keywords: HyperSuggest

Analisi delle strategie di link building

Copiare? Mai! Prendere ispirazione per migliorarsi, si! 🙂 Dopo tutto il lavoro che abbiamo effettuato sul nostro sito internet, è opportuno dare uno sguardo a cosa stanno facendo i nostri competitor e come. L’attività di link building è tra quelle che ti permette di stazionare stabilmente nella paradisiaca prima pagina oppure cadere negli inferi delle successive. Si effettua attraverso una strategia che porti alla creazione di una serie di collegamenti al tuo sito (backlink) da siti e portali in linea ai tuoi argomenti e/o dotati di una certa popolarità. Fatta questa premessa, è chiaro che riuscire a monitorare dove stanno ottenendo i backlink più autorevoli i tuoi competitor, ti facilità nella costruzione della tua strategia. Per effettuare questa analisi puoi usare i seguenti tool:

3. Ricerca e correzione di errori

La fase della correzione degli errori è FONDAMENTALE! Google, e tutti gli altri motori di ricerca, ci tengono particolarmente alla soddisfazione dei loro clienti (utenti che eseguono ricerche) ed è per questo che se il tuo sito presenta degli errori verrà penalizzato perdendo posizioni nei risultati di ricerca.

Ortografia e grammatica

Chi non ha avuto paura della penna rossa della maestra? Google è anche più cattivo! Non gli sfugge niente, neanche un piccolo errore ortografico o grammaticale, un refuso o errore di battitura.

Rileggi più e più volte i testi del tuo sito, falli leggere a una persona esterna alla tua azienda e usa questi semplici, ma utilissimi, tool gratuiti per effettuare una scansione degli errori in un testo: correzioneonline.it, LanguageTool (disponibile in 20 lingue e come estensione di Chrome) e Grammarly (per Chrome, Office e Windows, ma solo lingua Inglese).

Pagine 404 (non trovate o inesistenti)

Una volta, tanto tanto tempo fa, i numeri di telefono si cercavano attraverso degli elenchi telefonici cartacei, enormi e pesanti!

Spesso capitava che, quando facevi il numero, sentivi questa registrazione “il numero da lei chiamato non è esistente.”

Questo problema oggi è quasi pari a 0 grazie ai motori di ricerca e alla frequenza con cui aggiornano i loro database. Se hai cambiato la URL di una tua pagina del sito, oppure l’hai eliminata, ricordati che devi darne notizia ai motori di ricerca, altrimenti non solo escluderanno quel risultato dai loro database, ma penalizzeranno il tuo sito in quanto potrebbe danneggiare l’esperienza dei loro clienti.

Come si cercano gli errori 404? Tramite lo strumento Search Console di Google è possibile individuare tutti gli errori di scansione, comprese le pagine 404 e chiedere a Google di riprovare a scansionarle di nuovo.

Naturalmente, prima di questa azione, devi aver corretto tutti gli errori creando dei redirect dalle vecchie pagine a nuove URL sul tuo sito che trattano dello stesso argomento. Se hai WordPress, puoi installare il plug-in Redirection, se usi Magento 301MassRedirect. Sono entrambi molto semplici da usare. 😉

302 che dovrebbero essere 301

Le richieste di redirect che puoi implementare sul tuo sito sono di due tipi: permanenti (301) o temporanee (302).

Le prime chiedono al motore di ricerca di sostituire definitivamente la vecchia URL con una nuova, mentre le seconde vengono utilizzate nei casi in cui il sito o una specifica pagina è in manutenzione oppure per pagine con promozioni stagionali per cui non deve essere cancellata una vecchia URL dal database di Google, ma temporaneamente sostituita da una nuova.

Per effettuare un controllo di tutti i tuoi redirect, puoi utilizzare un tool gratuito che io adoro: Browseo.

È un browser semplificato, senza necessità di essere installato o configurato, che, per ogni url inserita, estrapola una serie di informazioni utili lato SEO, tra cui eventuali redirect, il numero di parole di una pagina, di link interni ed esterni, etc.

Link “rotti”, pagine non funzionanti e risposte di errore dal server

Quando hai un sito da 10-15 pagine, effettuare un check-up della sua salute è davvero semplice, ma se il tuo sito è enorme, con migliaia di pagine, come puoi tenere tutto sotto controllo?

Per fortuna nella rete c’è sempre una soluzione per tutto (o quasi)! Per effettuare questa scansione, ti consiglio Screaming Frog, un tool gratuito capace di analizzare il tuo sito (versione free limitata a 500 url) e segnalarti i vari link presenti all’interno delle pagine da correggere per quanto riguarda:

  • Link rotti, ovvero che portano a pagine 404;
  • Link a pagine che presentano errori di codice o caricamento;
  • Link a pagine con errori nelle risposte del server.

Follow vs nofollow

Ogni volta che inserisci un link a una pagina esterna al tuo sito all’interno dei tuoi contenuti, poniti queste 3 semplici domande per scegliere se aggiungere o meno l’attributo “rel=nofollow” al tag <a> del link:

  1. la url è strettamente pertinente con il contenuto della pagina dove stai inserendo il link?
  2. l’inserimento della url è esclusivamente a titolo di approfondimento o per segnalare fonti, prodotti o servizi di cui si sta parlando?
  3. la qualità dei contenuti della url di destinazione è uguale o superiore alla pagina in cui stai inserendo il link?

Se hai anche un solo “no” come risposta, allora DEVI inserire l’attributo il rel=nofollow all’interno del link, altrimenti non serve. 🙂

Esempi pratici:

  • In un articolo dove sto parlando di una determinata legge, inserendo la fonte (sito governativo) non c’è bisogno che inserisco il nofollow perché la url di destinazione è in linea con il mio argomento, è autorevole ed è palese che non sto facendo un’attività di scambio link.
  • Nello stesso articolo inserisco il link allo studio legale di un mio amico a cui ho richiesto di contraccambiare il favore inserendo nella sua pagina amici e partner il link al mio sito. In questo caso è doveroso e estremamente utile inserire il nofollow perché i motori di ricerca riescono a capire che il link non è stato inserito per scopi di approfondimento, ma per finalità commerciali.

Quindi fai molta attenzione quando inserisci un link esterno sul tuo sito perché Google è molto bravo a scovare tentativi “commerciali” di scambio link per aumentare la popolarità dei siti e li giudica negativamente.

Inoltre ti consiglio di inserire il nofollow anche su tutte le url interne del tuo sito che portano a pagine di servizio come ad esempio “termini e condizioni”, “privacy”, “pagina di registrazione utente”, etc… in quanto il loro contenuto non è così importante e non fa altro che dissipare la forza dell’intero sito.

Link juice e mappa

Il link juice è il termine con cui viene definita la distribuzione della forza e della reputazione tra i vari link (soprattutto quelli interni) presenti sul tuo sito.

Ora detto così sembrerebbe una cosa molto complicata, ma grazie a un esempio “terra-terra” ti sarà molto facile capire quanto è importante e come funziona.

Immagina che il tuo sito sia un enorme terreno agricolo e che ogni pagina sia un suo appezzamento con delle caratteristiche precise in termini di contenuto e dimensioni.

Disponendo di una sola cisterna da 100 litri per irrigare tutti gli appezzamenti dovresti ideare un sistema di irrigazione che riesca a garantire maggiore acqua (juice) a quelli (link) più importanti e produttivi e meno a quelli di minor rilevanza.

Ecco il link juice è la stessa cosa!

Se dalla home page (quasi sempre la pagina più importante di un sito) faccio partire tutte le tubature (link) in modo da raggiungere tutte le pagine in egual modo, molto probabilmente qualche contenuto rimarrà a secco e diventerà improduttivo, ma se invece scelgo una mappatura distribuendo l’acqua (juice) dalla home page prima alle pagine più importanti e poi da queste a quelle secondarie e via dicendo, molto probabilmente riuscirò a garantire un raccolto dagli appezzamenti di terra più produttivi senza sprecare neanche un po’ di juice 😉

Ecco 5 consigli da seguire per creare una mappa efficace:

  1. individua tutte le pagine più importanti (non per te ma per gli utenti) e inserisci un link a queste dalla home page;
  2. elimina i link alle pagine “archivio”, tag, articolo precedente e successivo, commenti, etc. sono superflui e 99 volte su 100 l’utente non ci clicca!
  3. le pagine distanti più di 3 clic dalla home page verranno reputate poco rilevanti dai motori di ricerca, quindi occhio!
  4. organizza l’elenco dei tuoi prodotti e servizi in categorie invece di linkarli tutti dalla home page o nel menù.
  5. usa il nofollow su tutti i link interni o esterni non importanti.

Pagerank e Domain authority

Il pagerank è il valore assegnato da Google a una pagina sulla base della quantità e della qualità dei link che dall’esterno portano ad essa e in essa contenuti. Riassumendo questa definizione in maniera più superficiale ed elementare, si può dire che il pagerank misura l’autorevolezza di qualsiasi pagina su internet.

Il Domain authority è un valore assegnato al dominio che tiene in considerazione 3 fattori:

  1. la dimensione, ovvero la quantità di pagine
  2. l’età del dominio e del sito
  3. la popolarità, ovvero il numero di link di qualità presenti su internet che indirizzano il traffico al sito

Sia il Pagerank che il DA sono molto importanti nell’attività di link building perché ti permettono di controllare e monitorare il valore di un sito o una specifica pagina in cui riuscire a far inserire un link verso qualche contenuto del tuo sito. Inoltre li puoi usare per analizzare il trend delle tue pagine e del tuo dominio in modo da intervenire in tempo in caso di cambiamenti in negativo. 😉

Per calcolare entrambi i valori puoi usare il tool già linkato sopra: Open Site Explorer by Moz

Titoli o descrizioni duplicate

Tramite Google Search Console puoi analizzare anche tutte le pagine che hanno dei contenuti duplicati e correggerli. È fondamentale effettuare questa operazione perché in caso di due pagine con lo stesso titolo le stesse vanno in una sorta di concorrenza tra di loro.

Velocità del sito

Tutti i motori di ricerca hanno a cuore l’esperienza dei loro utenti, quindi tra le variabili che analizzando del tuo sito c’è anche la velocità di caricamento. Effettua un test tramite il tool gratuito di Google PageSpeed Test e correggi i vari errori.

Tutti questi errori danneggiano l’esperienza dell’utente e quindi il tuo posizionamento. I motori di ricerca sono meritocratici, solo i migliori (o i più furbi) vengono premiati!

4. Titoli, descrizioni, url e testi delle pagine

Quasi tutti gli spider or web crawler (software che scansionano e indicizzano i siti internet) utilizzano le parole chiave inserite nel titolo, nella meta description, nella url e nel testo della pagina per indicizzare e archiviare i tuoi contenuti. Ecco perché è fondamentale mantenere una coerenza tra tutti questi elementi.

Facciamo un esempio pratico, se una pagina del tuo sito parla di Case in affitto, avere nella url, nella meta description e nel titolo le parole CASA e AFFITTO, facilita la sua indicizzazione da parte dei motori di ricerca in quanto esiste una correlazione specifica tra tutti gli elementi. Se invece per la stessa pagina inserisci un titolo tipo “Immobili in affitto”, l’indicizzazione sarà peggiore in quanto la parola IMMOBILI concettualmente contiene anche CASE, ma non ha una correlazione così specifica in quanto per immobile si può anche intendere un ufficio, un capannone o un intero palazzo.

Titolo

Il titolo di una pagina deve comprendere la o le parole chiave di cui tratta la pagina, come abbiamo visto nell’esempio sopra. È consigliabile rimanere entro un limite di 50-60 caratteri (circa 580 pixel), inserire dei separatori ( “|” o “-” ) tra i vari elementi e includere il nome del sito (sempre se non è troppo lungo). Esempio:

Ultima SEO Checklist Definitiva e Completa | Mirko Maiorano

Meta description

Importantissima per diversi motivi. Spiega al motore di ricerca e all’utente di cosa si parla nella pagina, ti offre un mezzo in più per attirare l’utente a scegliere il tuo sito tra i vari risultati di ricerca e rappresenta la descrizione della pagina quando viene condivisa sui social network.

Non deve superare i 230 caratteri (circa 1840 pixel), deve contenere la o le parole chiave principali trattate nella pagina e, se c’è spazio, una call to action. Esempio:

“La mia SEO Checklist. Consigli, strumenti e suggerimenti per ottimizzare e migliorare l’indicizzazione del tuo sito internet. Una guida per tutti, dai principianti che vogliono capirne di più, agli esperti SEO che desiderano scoprire qualcosa di nuovo o semplicemente ripassare le loro conoscenze.”

Qui trovi un ottimo tool per testare come verrebbe visualizzato il titolo e la descrizione del tuo snippet tra i risultati di ricerca: Tool Test Google Meta Title e Description Lenghts

URL

Non ci sono problemi di lunghezza per le URL, quasi tutti i motori di ricerca più importanti leggono url anche lunghissime, ma restare sui 50-60 caratteri facilità altre tipologie di attività come ad esempio la condivisione sui social, l’inserimento all’interno di un articolo o semplicemente il passaparola. L’importante, però, è inserire le parole chiave trattate nella pagina all’inizio dell’indirizzo e in senso logico. Quindi, non scrivere “case-immobili-affitto-vendita-appartamenti.html” perché questa URL non ha alcun senso e verrà interpretata dai motori di ricerca come un tentativo di forzare la sua indicizzazione. Vuoi un esempio di una URL friendly (ovvero scritta in modo corretto)? Guarda l’indirizzo di questa pagina www.mirkomaiorano.it/ultima-seo-checklist-definitiva-e-completa/

Infine alcuni consigli tecnici sui caratteri da usare nella url:

  • usa “-” per dividere le parole e non “_” o “.”
  • non creare un percorso troppo lungo della tua pagina. Per esempio questa url /immobili/privati/case/ammobiliate/in-affitto/pescara/tutta-la-provincia.html sarebbe meglio riscriverla così /immobili/case-ammobiliate-in-affitto-provincia-pescara.html
  • non ripetere le parole all’interno della URL, i motori di ricerca la percepiscono come una forzatura
  • elimina tutti i caratteri superflui dalla url come % & + , : ; ! ? * @ { } [ ]
  • non usare lettere accentate nella url

rel=canonical

L’attributo rel=”canonical” te lo consiglio vivamente se hai più url che rimandano alla stessa pagina. Come si usa? In tutte le pagine che rimandano alla stesso contenuto inserisci nel <head> un tag <link> con attributo rel=”canonical”. Esempio: https://www.miosito.it/page1.html e https://www.miosito.it/case/page1.hmtl caricano la stessa pagina e vogliamo che la prima url sia quella preferita per l’indicizzazione; all’interno del tag <head> occorrerà inserire questo tag: <link rel=”canonical” href=”https://www.miosito.it/page1.html” />

Contenuti

La struttura del contenuto della tua pagina è tra le cose più importanti per la SEO! Sicuramente ti sarà capitato di trovare tra i primi risultati di una ricerca dei siti graficamente osceni, ecco a Google e anche ad altri motori di ricerca non interessano gli elementi soggettivi (colori, grafiche, stili, etc.) ma sono super rigidi sulla forma.

Oltre a non commettere gli errori grammaticali o ortografici di cui abbiamo parlato prima, occorre costruire la tua pagina utilizzando i tag <H1>, <H2>, <H3>, etc.

Questi tag title forniscono ai motori di ricerca la gerarchia delle varie sezioni e paragrafi.

Quindi H1 sarà il titolo della pagina, poi H2 sarà o saranno gli elementi secondari della pagina, l’H3 di importanza ancora minore e così via. È importante inserire nel H1 e in un H2 la parola chiave principale della pagina.

Per esempio nel mio articolo l’H1 è il titolo della pagina, mentre tutti i capitoli numerati sono H2.

Sinonimi

Per evitare di ripetere sempre la stessa parola chiave troppe volte nel testo e rischiare che questa attività venga interpretata negativamente dai motori di ricerca, usa i sinonimi più stretti. Ad esempio casa = abitazione.

Testo alternativo e nomi dei file delle immagini

Le immagini hanno un attributo chiamato ALT, ovvero testo alternativo. Usalo sempre! Inserisci in questo campo una descrizione del contenuto dell’immagine e se riesci anche la parola chiave principale dell’articolo. Inoltre i motori di ricerca riescono a leggere anche i nomi dei tuoi documenti e immagini, quindi perché non inserire anche nel nome del file la tua parola chiave principale invece di usare file1.jpeg ?!?

Peso delle immagini

Cerca di mantenere il peso (kilobytes) delle immagini che inserisci in una pagina al di sotto dei 100 kb e con una qualità (per il formato jpeg) tra 80 e 85. Tutti i motori di ricerca sono molto sensibili al peso delle pagine e al tempo di caricamento, quindi ottimizza più che puoi!

Se usi WordPress puoi installare questo plug-in per ridurre le dimensioni e il peso delle immagini, sia quelle vecchie che quelle che inserirai in futuro: Imagify

Indicizzazione semantica latente (LSI)

Wow! Cosa sarà mai questa cosa? 🙂 Nulla di così fantascientifico non preoccuparti. Senza entrare troppo nell’argomento del Latent Semantic Indexing, ti basta sapere che i motori di ricerca indicizzano i contenuti per una determinata parola chiave in base alla correlazione che trovano con altri contenuti in rete.

Esempio classico:

Titolo dell pagina 1: The best news about apple

Parole chiave ricorrenti contenute nella pagina: apple, fruit, juice, mountain, etc…

Titolo dell pagina 2: The best news about apple

Parole chiave ricorrenti contenute nella pagina: apple, iphone, steve, jobs, etc…

I due contenuti non verranno indicizzati dal motore di ricerca solamente per l’argomento APPLE, ma verranno sottocatalogati utilizzando i termini correlati e i sinonimi all’interno delle pagine. Quindi Apple con sottocategoria dispositivi elettronici e apple con sottocategoria frutta.

Tutto questo per dirti che occorre inserire nel testo termini e sinonimi strettamente correlati con la tua parola chiave principale per permettere, ai motori di ricerca, di “catalogarti” nel modo corretto. Anche per questa attività c’è un ottimo tool gratuito che ti facilità il lavoro: lsigraph.com

Sitemap

La sitemap è un file XML di indice del tuo sito ed è utile ai fini dell’indicizzazione perché rende la scansione da parte dei motori di ricerca più facile e veloce. Quasi tutte le piattaforme in circolazione hanno al loro interno un sistema di generazione e pubblicazione della sitemap del sito in xml. Se hai WordPress puoi installare il plugin Google XML sitemaps o Yoast Seo, altrimenti puoi utilizzare questo tool online (gratuito fino a 500 pagine): XML-Sitemaps

In ogni caso, ricordati di inviare a Google l’indirizzo dove può recuperare questo file tramite Google Search Console e, se lo hai generato manualmente, di aggiornarlo ogni volta che aggiungi una nuova pagina al tuo sito.

Robots

Se la sitemap è l’indice di cosa i motori di ricerca devono scansionare, il file robots.txt contiene le indicazioni di cosa non vuoi indicizzare come ad esempio le pagine dinamiche dei risultati di ricerca, la pagina Privacy Policy oppure quella di login all’area di amministrazione del tuo sito. Come per la sitemap, puoi utilizzare uno dei tanti plugin in circolazione oppure il tool gratuito di generazione del file robots.txt di Mrwebmaster o di Seoptimer (all’interno del sito ci sono tanti altri ottimi tool).

A differenza del file della sitemap, però, il file robots non deve essere inviato o pubblicato su Google Search Console, ma semplicemente caricato nella root del tuo sito. Puoi testare il suo funzionamento tramite il tool di test di Google all’interno di Google Search Console.

Dati strutturati

I dati strutturati sono contenuti extra pubblicabili insieme allo snippet (risultato di ricerca). Possono comunicare tantissime informazioni aggiuntive come ad esempio:

  • percorsi di navigazione del tuo sito
  • categorie e sottocategorie di un prodotto
  • date e luoghi di un evento
  • promozioni e sconti in corso
  • prezzi e disponibilità di prodotti o servizi
  • recensioni del sito o del prodotto
  • indirizzi e numeri di telefono di un’attività
  • data di pubblicazione, link alla pagina dell’autore e immagine in evidenza di un articolo
  • calorie o informazioni importanti per una ricetta

Quasi tutti i dati strutturati possono essere inseriti in una pagina attraverso la codifica di Schema.org, un progetto condiviso tra Google, Bing, Yahoo e Yandex per definire uno standard.

Sulla rete ci sono diversi tool e guide che ti possono aiutare a inserire questi dati strutturati sul tuo sito, inoltre quasi tutte le piattaforme hanno diversi plugin per poter effettuare questa attività senza dover mettere mano al codice. Ma se vuoi sporcarti le mani, allora ti consiglio questo fantastico tool: Microdatagenerator.com

Infine, per controllare il loro funzionamento, puoi utilizzare lo strumento gratuito di test per i dati strutturati di Google.

5. Controllo finale

Per controllare se hai fatto un buon lavoro, utilizza uno di questi tool gratuiti che eseguono una scansione di singole pagine del tuo sito e generano un report del loro stato di salute:

Conclusioni

Usa questo mio articolo / guida SEO per ottimizzare il tuo sito internet e migliorare il tuo posizionamento organico, sperimenta, misura e valuta le tue attività. Ricordati, però, che l’attività SEO non offre benefici nel breve periodo perché ha bisogno di tempi medio-lunghi per poter esprimere la sua effettiva efficacia. Inoltre, se decidi di affidare questa attività a una agenzia o a un consulente esterno, diffida da chi ti GARANTISCE il posizionamento in prima pagina perché è come se un insegnante di canto promettesse a tutti i suoi studenti che li farà diventare delle rock star!

La seo non è una scienza esatta e subisce l’influenza di mille fattori. Solo la costanza e la qualità del lavoro effettuato potranno farti raggiungere ottimi risultati, tutto il resto è fuffa!

© Mirko Maiorano

Photo by Glenn Carstens-Peters on Unsplash

Sull'autore

Mirko Maiorano

Head of growth di 20tab, una società di consulenza specializzata in digital product management & development, e Presidente della categoria Digital di Confimi Industria Abruzzo. Negli anni si è specializzato in growth marketing, analisi dei dati, pubblicità online, strategia go-to-market, metodologia lean startup e pretotyping. Appassionato di community, fintech, e-commerce e di tutto ciò che è digitale. Spesso ricopre il ruolo di coach e mentor nel mondo Startup, e su alcune ci investe personalmente. Divulga tramite il suo blog, eventi e conferenze più per piacere che per lavoro.

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